Vera Lúcia de Oliveira, “Il denso delle cose. Antologia poetica”, Lecce, Besa Editrice, 2007
scrivo in portoghese perché è la mia prima lingua, quella con la quale ho iniziato a pensare e a sentire le cose del mondo. E mi piace aver imparato a nominare il mondo in portoghese, perché è una lingua dove c’è molto spazio per un rapporto affettivo con le cose, con la realtà, con le persone. In portoghese persino i verbi sono usati al diminutivo (…). L’italiano è più austero, più aulico. Ma l’italiano ha quest’aura poetica che lo avvolge e mi piace che sia l’altra lingua della mia interiorità. I due idiomi convivono, interagiscono: esistono cose che posso dire solo in portoghese, altre che posso dire solo in italiano. Ci sono parole, espressioni, assolutamente intraducibili da una lingua all’altra.
Vera Lúcia de Oliveira
Rua de comércio
sou poeta da cidade magra
da cidade que não
caminha
sou dessa planicidade
sou da violência das vidas
poeta da cidade que afunda casas
e pessoas
sou da puta da cidade que só tem
superfície
amanheço todo dia nua e estreita
como uma rua de comércio
Strada commerciale
sono poeta della città magra
della città che non
cammina
sono di questa piattezza di città
sono della violenza delle vite
poeta della città che affonda case
e persone
sono della puttana di città che solo ha
superficie
mi sveglio ogni giorno nuda e stretta
come una strada commerciale
Pedaços
estou estilhaçada
silêncios saem da boca
mansos
estava desenhando
palavras
perdi o jeito de amanhecer
tenho tantos pedaços
que sou quase infinita
Pezzi
sono frantumata
silenzi escono dalla bocca
tenui
stavo disegnando
parole
ho perso il modo di destarmi
sono in tanti pezzi
da essere quasi infinita
A história
o corpo de um torturado
escava através dos séculos
sua intensidade de dor e morte
mas Deus, para quem não existe a história
como atura o horror
desse instante
onde só o que muda é a boca
que grita?
La storia
il corpo di un torturato
scava attraverso i secoli
la sua intensità di dolore e morte
ma Dio, per il quale non esiste la storia
come sopporta l’orrore
dell’istante
in cui ciò che cambia
è solo la bocca
che grida?
O bojo das coisas
ia subindo a ladeira
os casebres caiados
o vento
eriçando parreiras
o sol
fundo
feroz
o bojo
das coisas
ia grudando
na minha alma ia sulcando
seus regos
ia fincando-se
como as pedras se fincam
no osso mole da terra
Il denso delle cose
salivo per il pendio
le casupole bianche
il vento
che rizzava le pergole
il sole
fondo
feroce
il denso
delle cose
si incollava
alla mia anima scavava
i suoi solchi
si conficcava
come le pietre si ficcano
nell’osso molle della terra
A música
tenho a música dentro ela me habita
quando levanto ela já me espera
quando caminho ela caminha na minha frente
eu sempre estou dançando na minha carne
sempre estou ouvindo um som que a minha alma
sabe que existe apesar da dissonância
da minha vida
La musica
ho la musica dentro lei mi abita
quando mi alzo lei già mi aspetta
quando cammino lei mi cammina davanti
io sto sempre danzando nella mia carne
sto sempre sentendo un suono che la mia anima
sa che esiste malgrado la dissonanza
della mia vita
O filme
disse que ia ser um bandido quando ficasse grande
que ia matar todas as pessoas que tinham judiado dele
que sua mãe era uma puta porque o tinha abandonado
que seu pai era um bêbado
que ele tinha família mas odiava todos
que ele ia matar também o avô
se fosse ainda vivo
porque o expulsara de casa
se encostava no portão nos olhava com raiva
que se ele não morresse antes ia atirar em tudo
o que se mexesse como no filme que ele tinha
visto na televisão
Il film
disse che da grande sarebbe diventato un bandito
che avrebbe ucciso tutte le persone che lo avevano maltrattato
che sua madre era una puttana perché lo aveva abbandonato
che suo padre era un ubriacone
che lui aveva famiglia ma odiava tutti
che lui avrebbe ucciso anche il nonno
se fosse stato ancora vivo
perché lo aveva cacciato di casa
si appoggiava al portone ci guardava con rabbia
che se lui non moriva prima avrebbe sparato su tutto
ciò che si muoveva come nel film che aveva
visto in televisione
Estranha
disse-lhe de abrupto
que não queria ser enterrada
naquele lugar
que não era dali
que aquela terra não haveria
de reconhecer a terra
de onde viera
Estranea
gli disse all’improvviso
che non voleva essere seppellita
in quel posto
che non era di lì
che quella terra non avrebbe
riconosciuto la terra
da dove era venuta
As coisas
achava que as coisas dentro dos livros
eram mais verdadeiras do que fora
que as coisas nos livros e as pessoas
estavam no lugar certo e se destoavam
era só para depois retomarem o lugar
exato em que deveriam estar
Le cose
pensava che le cose dentro i libri
erano più vere che fuori
che le cose nei libri e le persone
erano al posto giusto e se stonavano
era solo per poi ritornare al posto
esatto in cui dovevano stare
Vera Lúcia de Oliveira, nata a Cândido Mota, in Brasile, vive e lavora a Perugia, in Italia. È poeta, saggista e docente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, dove insegna Letteratura Portoghese e Brasiliana. Scrive sia in portoghese che in italiano ed è presente in riviste e antologie poetiche pubblicate in Brasile, Italia, Portogallo, Spagna, Romania, Germania e Stati Uniti. In Italia. Tra i principali riconoscimenti ricevuti si ricordano: il Premio Sandro Penna (1988), il Premio Nazionale di Poesia “Senigallia Spiaggia di Velluto” (2000), il Premio di Poesia dell’Accademia Brasiliana di Lettere (2005), il Premio “Popoli in cammino” (2005). È risultata fra i tre finalisti vincitori del Premio Internazionale di Poesia Pasolini (2006) e ha ricevuto a Brasília nel 2006 dal Presidente Luíz Inácio Lula da Silva il Premio Literatura para Todos, promosso dal Ministero dell’Educazione brasiliano, per la raccolta inedita Entre as junturas dos ossos, pubblicata in quello stesso anno in 190 mila esemplari distribuiti nelle scuole del Brasile. Nel 2009 ha ricevuto il “Premio Internazionale di Poesia Alinari”, promosso dalla Fondazione Vittorio e Piero Alinari, di Firenze, in collaborazione con la Cattedra “Giuseppe Ungaretti” della Columbia University di New York, per la raccolta inedita La carne quando è sola, in corso di stampa.
Fra i libri pubblicati, citiamo: Geografia d’ombra (poesia), Venezia, Fonèma, 1989; Poesia, mito e história no Modernismo brasileiro (saggio), São Paulo, Unesp e Edifurb, 2002; La guarigione (poesia), Senigallia, La Fenice, 2000; A chuva nos ruídos – Antologia Poética, São Paulo, Escrituras, 2004; Verrà l’anno (poesia), Santarcangelo di Romagna, Fara, 2005; Storie nella storia: Le parabole di Guimarães Rosa (saggio), Lecce, Pensa Multimedia, 2006; No coração da boca, São Paulo, Escrituras, 2006; Entre as junturas dos ossos (poesia), Brasília, Ministério da Educação, 2006; A poesia é um estado de transe (poesia), Portal Editora, São Paulo, 2010; La carne quano è sola (poesia), SEF, Firenze, 2013.
mail : veralucia.deoliveira.m@gmail.com
sito: http://www.veraluciadeoliveira.it