Le poesie di Vera Lucia De Oliveira
VERA LÚCIA DE OLIVEIRA è nata in Brasile. Ricercatrice di
Letterature Portoghese e Brasiliana all’Università degli Studi di
Perugia. Ha diversi libri e saggi pubblicati e scrive sia in
portoghese che in italiano. Ha ricevuto vari riconoscimenti per la
sua poesia, quali il Premio Internazionale di Poesia Pasolini (2006),
Il Premio Internazionale di Poesia Alinari (2009) e, con la raccolta
Entre as junturas dos ossos, ha ricevuto in Brasile nel 2006
dal Presidente Lula il Premio Literatura para Todos, promosso
dal Ministero dell’Educazione brasiliano. È presente in riviste e
antologie pubblicate in Brasile, Italia, Spagna, Romania, Portogallo,
Francia e Germania. In Italia, fa parte della redazione della rivista on line Fili d’aquilone.
Oltre a numerosi saggi su poeti contemporanei pubblicati in riviste di diversi paesi, ha curato antologie poetiche di Lêdo Ivo, Carlos Nejar e Nuno Júdice.
Oltre a numerosi saggi su poeti contemporanei pubblicati in riviste di diversi paesi, ha curato antologie poetiche di Lêdo Ivo, Carlos Nejar e Nuno Júdice.
* * *
quanto era bello il mare azzurro d’estate il vento
fra i corridoi il bianco nelle case illuminate dal sole
poi ho visto le cose sformarsi e mettersi a soffrire
come se si fossero pentite della loro felicità
* * *
dalla finestra sentiva il rumore del vento
la vita nel ventre pulsava
i rami sul vetro come unghie
appuntite laceravano la luce
convocavano Dio per vedere
la carne quando è sola
* * *
camminare nel buio
incespicando a fatica
non si raggiunge l’uscita
non si fa che girare in cerchio
barcollare sui lembi
della stessa ferita
* * *
da vent’anni si preparava
per la partenza le cose a posto
voleva lasciare giacché tornare
non era ammesso e poi sapeva
solo di uno che era ritornato
per cosa? Cristo a Lazzaro non
aveva regalato la vita eterna
aveva solo posticipato il dolore
di dover rifare le valigie
* * *
liscia carne
carne di occhi
carne di foglie
vive
carte di mani fragili
carne di carta
carne di segno
carne di sogno che dico (non dico)
quasi uscisse l'anima
dal dito
* * *
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