LA
NUOVA POESIA ITALIANA
Vera
Lúcia de Oliveira, Università
di Lecce [da INSIEME
n.7, 1999]
L'idea
di realizzare una serie di interviste ai poeti italiani contemporanei è
venuta da lontano. Ero ancora in Brasile, nel 1983, e mi preparavo a
trascorrere un anno di studio in quell'Italia che per i brasiliani
rappresenta quasi un luogo mitico: tempo-spazio che si ripercorre con la
segreta speranza di imbattersi, fra vie e piazze medioevali e
rinascimentali, in uno dei bizzarri quanto geniali personaggi che
disseminarono il paesaggio italiano di capolavori: Giotto, Botticelli,
Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci, Piero Della Francesca, Andrea
Mantegna, Tiziano.
Cercavo
di prepararmi all'incontro con la cultura italiana attraverso lo studio
della sua letteratura e della sua arte, ma soprattutto cercavo di
cimentarmi con la parola dei grandi poeti che questo paese ha dato
all'umanità, da Dante a Petrarca, da Ariosto a Leopardi. Per quanto
riguardava il Novecento, ero riuscita a scovare lì in Brasile nelle
biblioteche specializzate alcune raccolte di Ungaretti, di Montale,
qualche testo di Saba, Quasimodo, Pavese. Questi poeti rappresentavano con
intensità e partecipazione il travaglio di diverse generazioni che
avevano assistito a eventi tragici quali le due grandi guerre, la
dittatura fascista, la lotta per la liberazione, lo sforzo per la
ricostruzione delle città distrutte dai bombardamenti, nonché la fatica
di lenire coscienza e anima profondamente lacerate dalla storia.
Senza
disdegnare queste testimonianze di un periodo raffigurato con parole di
fuoco dai suoi scrittori e poeti ("Di queste case / non è rimasto /
che qualche / brandello di muro / (...) Ma nel cuore / nessuna croce manca
// È il mio cuore / il paese più straziato" [1]),
cercavo nondimeno indizi di quell'altra Italia degli anni '80 a
cui i giornali accennavano, un paese moderno, progressista e operoso che
mi apprestavo a conoscere, un paese in cui avrei vissuto per anni e che
avrei finito per amare e odiare come si ama e si odia solo ciò che ci è
più caro e radicato.
Quale
poesia - mi domandavo - poteva ispirare questo momento storico che ci
aveva assuefatti al consumismo e all'indifferenza nei confronti della
natura e dei nostri simili? Quali sentimenti, quali speranze, quali
desideri e delusioni, quali ansie e paure potevano trasparire dal canto
dei nuovi poeti italiani, dalla loro ricerca estetica, dalla volontà di
testimoniare gli incerti del proprio tempo?
Da
qui è nato l'impulso di esplorare più a fondo il variegato quadro della
moderna lirica italiana, ancora poco conosciuta in Brasile. Le interviste
che seguono sono tessere di questo intricato universo, in cui i nomi
scelti sono rappresentativi di tendenze e percorsi fra i più
diversificati. Accanto a uno dei "grandi vecchi" come Andrea
Zanzotto, fra i massimi poeti italiani di questo secolo, troviamo nomi di
validi poeti più giovani quali Valerio Magrelli, Vivian Lamarque, Paolo
Ruffilli, Gianni D’Elia, Maurizio Cucchi, nonché un poeta come Franco
Loi che, nato nel 1930, ha
cominciato a pubblicare solo nel 1973.
Ogni
intervista sarà accompagnata da una poesia scelta dallo stesso autore,
molte delle quali sono inedite in libro. Le varie testimonianze sono state
raccolte grazie anche alla collaborazione del Gruppo di Sperimentazione e
Ricerca Poetica "Il Merendacolo" che, dal 1989 promuove a
Perugia incontri pubblici con personalità rappresentative della poesia
contemporanea, sia italiana che straniera. In occasione di questi incontri
sono state realizzate alcune delle interviste qui pubblicate.
L’inchiesta
non è che all’inizio, ma intanto ecco alcuni scorci di vita, ombre e
silenzi, trasparenze e illuminazioni, parole stilate in fretta o
lungamente ponderate, accomunate tutte dall’intento di cogliere
l’inafferrabile e doloroso senso dell’esister. E del cercare
ostinatamente, testardamente, il dialogo con i contemporanei.
Ho
come, come vi parlerò?
Ma
forzo il cuore, forzo gli occhi a accendersi,
ad
accendere vita [2]
[1]
Giuseppe UNGARETTI, "San Martino del Corso", in Vita d'un
uomo - 106 poesie, Milano, Oscar Mondadori, 1979, p.46
[2]
Andrea
ZANZOTTO, da "Colle di Giano", in Poesia
(1938-1986),
Milano: Oscar Mondadori, 1993, p.115