Raccolta poetica a cura di
Vera Lúcia de Oliveira
(Maccherani)
Università del
Salento, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere
Besa Editrice
Lecce, luglio 2008
cosmografie 49
14x21
cm, 100 pag,
ISBN:978-88-497-0540-9, 10 €
quadro di copertina di Gonçalo Ivo, Árvore Selezione di poesie (solo una): V / V
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"Messa di Requiem in re minore K 626 - Lacrimosa" Wolfgang Amadeus Mozart
"Requiem" - Lêdo Ivo - Vera Lúcia de Oliveira, 2008
Alla
soglia dei suoi vivaci ottantatre anni, quando ha da poco pubblicato la
monumentale Poesia Completa
1940-2004 (Topbooks, Rio de Janeiro, 2004) che traccia, nelle sue
mille e cento pagine, un percorso di più di sessanta anni di letteratura
che lo colloca fra i nomi più alti della poesia brasiliana, Lêdo Ivo ci
regala questo inatteso Requiem,
un compatto libro di poesie che si legge tutto d’un fiato, con lo
stupore, la luminosità e il dolore che porta con sé la grande lirica.
Come
è sempre stato per Lêdo Ivo, e senza smentire la raffinatezza
artigianale dei suoi versi, la poesia è illuminazione, sono lampi
rimbaudiani nella notte oscura della vita e della morte (e non è un caso
che l’autore abbia
tradotto nel 1957 le Illuminations
di Rimbaud).
Ci
troviamo dinnanzi ad una sorta di sunto poetico e filosofico, un
condensato forte e compatto di tutta la sua opera, un toccare quel filo
imperscrutabile dell’universo per il quale passa una densa e segreta
linfa e che solo pochi riescono a sfiorare, correndo il rischio di
rimanere folgorati. Ogni grande poeta lo tocca con delicatezza, come fa Lêdo
Ivo, e non si brucia, almeno non in modo visibile, o non abbastanza da
morirne. (...)
La
luce intensa del Nordest delinea con nitore i contorni di esseri e cose,
nel loro dolore e nella loro fragilità. È questo l’universo
apparentemente irrilevante e marginale che pare interessarlo e non le
spiagge invase dai turisti, i luoghi alla moda, la frenesia di chi cerca
divertimenti ad ogni costo, di chi visita quei luoghi splendidi del
Brasile senza cercare la sintonia con una cultura, una lingua, una storia
che, per il poeta, sono l’humus della sua vita, il senso più profondo
della sua opera. (...)
Tutto
questo universo, in cui mare e terra si mescolano e si dissolvono come
all’inizio della creazione, luogo legato alle sue origini, alla sua
infanzia, alla storia della propria famiglia, ritorna in questo breve
poema del regresso, del riflusso, delle domande senza risposta che il
poeta ha riproposto lungo tutta la vita, delle risposte che non
chiariscono e non soddisfano l’attesa dolorosa degli uomini. Dinnanzi
all’arsenale marcito e alle navi lasciate a languire nel porto, ilpoeta
si ritrova a fissare l’oceano sconfinato, a dialogare con la notte e con
il giorno, a piangere il dolore di essere creatura mortale con il
desiderio struggente di eternità, con il bisogno di strappare alla morte
gli esseri e i luoghi cari, con l’impotenza e la fragilità che
inesorabilmente ci segnano.
Non
si può leggere questo libro senza commozione e dolore e, paradossalmente,
senza la sensazione di gioia e bellezza che dona sempre la grande poesia,
anche quando tratta di sofferenza e di morte. Questo è l’enigma della
parola poetica, dolore che ha in sé la letizia dell’umano sfiorato da
Dio, o di Dio sfiorato dall’uomo in un momento di estasi.
Se
le domande cosmiche e senza tempo che pone Lêdo Ivo al mare, al vento e
alla notte non hanno risposte, esse sono necessarie e trovano
giustificazione in se stesse e nel fatto che l’uomo è un essere
pensante, una coscienza viva e vigile anche quando cammina verso il nulla.(...)
Questa
è poesia elegiaca, ma, allo stesso tempo, limpida e luminosa, poesia
dell’amore dichiarato all’amata perduta, saluto al tempo condiviso con
i cari, recupero della memoria, bilancio dei passi e dei luoghi visitati,
abbraccio passionale all’esistenza e alle parole che la rendono vera,
congedo dall’infanzia, pianto sommesso e preghiera.
Requiem,
il titolo dell’opera, è la prima parola della preghiera della liturgia
dei defunti, requiem aeternam dona
eis Domine, “l’eterno riposo dona loro o Signore”. Il requiem è
un’invocazione ed è il canto di un’assenza. Celebrare o cantare il
requiem è rivivere nella memoria l’assente, è riflettere sui rapporti
improvvisamente sospesi. In questo senso, il requiem fa parte di quel
processo di elaborazione del lutto che è fondamentale per il distacco
dalle persone amate e perdute.(...)
Afferma
il poeta e critico Ivan Junqueira che, “al contrario dei molti poeti la
cui produzione decade nella vecchiaia, quella di Lêdo Ivo cresce ancora
di più”, aggiungendo che se la paragonassimo al vino migliore, che
quanto più invecchia tanto più diventa pregiato, il concetto che ne
ricaveremmo è quello della “maturità del maturo, e cioè del sapore
concentrato di un’uva passita che ancora conserva la freschezza
dell’uva. Un frutto cristallizzato.
Quasi un diamante.” Nel leggere e nel fare con il poeta questo viscerale
percorso nelle parole e nella vita, ci sentiamo anche noi felizes,
annoverati cioè nelle sue stravaganti e poetiche beatitudini, noi a cui
è stato dato, come una prodigiosa offerta, questo suo maturo e denso
frutto di poesia.
dall'introduzione
di Vera Lúcia de Oliveira
"Réquiem",
Lêdo Ivo
Contra Capa, Rio de Janeiro, agosto 2008
Réquiem
di Lêdo Ivo ha vinto il Prêmio Literário
Casa das Américas 2009, sezione LITERATURA BRASILEÑA (poesía)
con la seguente motivazione:
"Poemario
que hace un recorrido por el mundo de las pérdidas del poeta, en un
ambiente ampliado hasta el punto de identificación posible con el dolor
general. Su autor – uno de los más destacados de la lírica brasileña
-
ofrece al lector una musicalidad intensa y original, con fuerza bautismal
de lugares simples y silenciosos. Y desde el resplandor del silencio
alcanza un ritmo poético que resulta un canto esencial a la vida".
Casa de las Américas. 3ra y G,
El Vedado, Cuba
Una ulteriore selezione di poesie del libro è pubblicata nel numero 5 della rivista
on line Fili d'Aquilone
alcuni
articoli su Réquiem e sulla traduzione di Lêdo Ivo in italiano,
portoghese e spagnolo:
italiano
portoghese
spagnolo
Incontro
con Vera Lúcia de Oliveira e ricordo del poeta Lêdo Ivo: con
Martha Canfield, Michela Graziani e Giuseppina Caramella; Palazzo
Brunelleschi, Firenze, 26 febbraio 2013