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andate a dire a mia madre
che non ho mai perso il senso
dell'amore
andate a dire a mio padre
che sono venuto al mondo
anche per vedere voi
andate a dire a mia sorella
che mi sono foderato bene
l’anima
per attraversare l’inferno
e amare ancora il mondo
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sento
le formiche nel loro lento
avanzare che portano un minuscolo
lembo di pelle
di qualche altro fratello
che soffre accanto a me |
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piccoli chicchi di sabbia si staccano
dalle pareti
piovono su di noi per pietà
uno mi è caduto nell’occhio
e ho potuto piangere
insieme a lui
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sulla soglia si guarda davanti
per vedere il passaggio
dal dolore al silenzio
ma io porto con me
tutti i rumori
e le voci
del mondo
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uno per uno
devo scendere
i bui gradini
della terra
ma
dentro mi porto
una scala segreta
che mi riconduce a Dio
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quando
ero bambino
mi hanno detto
che l’amore sgorga da Dio
da lui tutto procede
e a lui tutto ritorna
ma come potremo entrare
dalla stessa porta nella stessa pancia
che tutto ha generato
il mio corpo rotto
e il tuo piede
che mi spezza
la bocca? |
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i cani abbaiano alla notte
piove e un vento fresco
soffia dal Nilo in direzione
alle case
cosa dite ai vostri figli
quando tornate la sera
e li guardate negli occhi?
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la luce inonda la cella
e il pulviscolo danza
la musica del cosmo
la bellezza è in noi
per sempre
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C’è una tensione umanissima e sconvolgente in
questa raccolta nata da una domanda della madre di Giulio Regeni carica di
quella empatia assoluta che pure non riesce a calarsi totalmente nel tragico
momento finale del figlio. I versi sono chiarissimi, discreti, essenziali…
eppure frustano virtualmente le nostre anime distratte, la nostra
indignazione intermittente e fiacca. Su ogni poesia ci si sente chiamati a
ritornare, perché a una prima lettura ci sembra di perdere qualcosa o di
essere troppo emotivamente coinvolti per lasciarsi lavorare da un testo che
ci lascia sull’orlo del mistero del male, ci svuota delle nostre comode
certezze eppure non è privo di una speranza, di un luce che sa farsi strada
in chi, torturato, oppresso, eliminato, violentato, può essere privato
della vita ma mai della sua dignità. [dalla
cover di copertina]
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L'Umbria dal Subasio (foto Claudio Maccherani,
2015)
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Postfazione
Quando
l'anima brucia
Paul
Celan scriveva, ne La verità della
poesia, a proposito della valenza estetica della
poesia e del rapporto dell’essere umano con il proprio tempo, che
“la poesia parla a partire dalle bruciature dell’anima, a partire dai
caratteri incisi sotto la pelle [...]”, e in uno scritto del 1969,
aggiungeva che “La poésie ne s’impose
plus, elle s’expose”.
(...)
Questa
riflessione di Celan ci serve da lente d’ingrandimento per entrare
nell’universo dei componimenti di Vera Lúcia de Oliveira, Ditelo
a mia madre, raccolti attorno ad un tema
centrale di scottante attualità (l’omicidio barbaro di Giulio
Regeni avvenuto in Egitto tra gennaio e febbraio del 2016) e che risveglia
allo stesso tempo un sentimento antico e profondo come la pietas
cristiana.
(...)
Le
poesie di Vera Lúcia de Oliveira sono la testimonianza di questa
spettatrice che sceglie le parole esatte per dirla, l’oscurità, le
parole “vere”, quelle sopravvissute alla bruciatura dell’anima –
la sua, issata a paradigma dell’anima del nostro tempo, ucciso anche lui
per aver guardato in faccia al male: “per guardare in faccia il male /
c’è un tempo dentro il tempo / in cui mi ascolto morire” (IV, vv.
1-3). Ma è un dire che non s’impone, che non vuol far tacere l’altro,
al contrario, lo interroga, chiede dialogo, tende la mano. È una voce
corale e sofferta, tutta protesa verso la trascendenza, divisa tra il
coraggio di camminare a stento, ma pur camminare, con l’anima foderata
“per attraversare l’inferno / e amare ancora il mondo” (II, vv.
10-11) e l’istinto di libertà che può redimere, attraverso l’amore,
non solo sé stessi, ma anche i nostri torturatori.
Si
tratta di un libro difficile perché sceglie di dare voce a qualcuno a cui
è stata tolta, e di farlo assumendo il coraggio di guardare in faccia al
male, scrutinarlo, passo a passo, dirlo, quando possibile, per poi
risalire la china dell’inferno e trovare la luce, nei versi spesso
rappresentata dalla capacità di amare da parte dell’io poetico (II, vv.
1-3).
(...)
Vera
Lúcia de Oliveira vede, nella profondità del percorso introspettivo
della madre di Giulio che s’interroga su come il figlio avrà guardato i
suoi aguzzini in quei momenti estremi, la grandezza dell’umano che non
si animalizza. Con questa silloge, la poeta recupera la concezione
umanista così cara alla tradizione lirica italiana della parola come
alimento dell’anima, capace di salvarci, nonostante tutto,
dall’istinto barbaro che ci tortura e ci uccide ogni giorno.
Evitare
che il male la faccia da padrone del mondo (XV) o cercare il lembo di
pelle del fratello che soffre (XI) sono alcuni dei temi che avvicinano
queste intense poesie a quelle del già citato Celan o di Ungaretti, anche
dal punto di vista formale, dove esiste la ricerca di un equilibrio tra il
peso e il baratro del male – indicibile – e la scioltezza e grazia
della vita quando esplode, nel volo di una rondine o nello sguardo di un
uomo che desidera abbracciare il prossimo.
(...)
Le
poesie qui riunite di Vera Lúcia de Oliveira ospitano, con pudore e
rispetto, un sentimento di trascendenza. Sono come il faro che illumina ciò
che non è visibile ad occhi nudi, l’insidia nascosta dietro lo scoglio
e che, se scoperta, potrà salvare altre vite. O
per lo meno donarci una qualche forma più umana di vita.
Prisca
Augustoni |
Recensioni:
Alessio Brandolini,
aprile/giugno 2017; Vincenzo
D'Alessio,
Arte insieme, 9 giugno 2017; Silvia Castellani, Il Giornale
OFF, 18 agosto 2017; Silvia
Camillotti, Il gioco degli specchi, Trento, 20/08/2017; Gianni
Criveller, farapoesia.blogspt.it, 23/08/2017; Paolo Polvani, Versante
Ripido, 01/09/2017; Maria Rossi, La macchina sognante,
05/09/2017; Antonella Giacon e Maria Borio, presentazione a "Umbra
Poesia", Umbrò, Perugia, 27/09/2017; Enrica Mosca, Il Terzo News,
13/10/2017
Recensioni
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Presentazioni:
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INTERAZIONI
17, Sala
dell'Arengo, Piazza Cavour, Rimini, 11 giugno 2017
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Rimini
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I
DENTI MANCANTI, antiche Beccherie, Santarcangelo di Romagna, 25 agosto
2017
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Santarcangelo
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USP
(Universidade de São Paulo), San Paolo del Brasile, 31 agosto
2017
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San
Paolo (USP)
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LA
ROMAGNA DEI LIBRI - Il senso delle parole, Bellaria, 9 settembre
2017
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Bellaria
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UMBRIA
POESIA - Umbrò, Perugia, 27 settembre
2017
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Perugia
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Premio
Letterario Internazionale "Energia per la vita" IV
edizione 2017, Premio
Speciale Thesaurus, Rho, 21/10/2017
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Premio
Nazionale di Poesia "Leandro Polverini" poesia edita 2021, poesia
minimalista, Anzio,dicembre 2021
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